Aglianico del Vulture Le Drude, il vino del coraggio delle donne

Alcuni anni fa avevo partecipato ad una degustazione condotta dal giornalista Luciano Pignataro, grande conoscitore del vino e dei vini del sud Italia in particolare. La degustazione verteva sull’Aglianico e sulle sue espressioni dovute anche ai differenti territori a cui il vitigno si è adattato nel corso del tempo, tutti situati nell’Italia meridionale. In quella circostanza degustai per la prima volta un Aglianico del Vulture dell’Azienda Agricola Michele Laluce. Durante il Vinitaly Special Edition ho avuto modo di degustare nuovamente gli Aglianico Laluce, soffermandomi soprattutto sul Le Drude 2013. Ma andiamo con ordine.

L’Azienda Agricola Michele Laluce si trova a Ginestra in Basilicata, nella zona del Vulture tra i comuni di Barile e Venosa, ad un’altitudine di circa 400-450 metri sul livello del mare. I suoli dell’intero comparto sono vulcanici e i sei ettari del vigneto dell’Azienda Laluce sono impiantati su terreni calcarei, argillosi e marnosi, con esposizione a sud-est. Le vigne sono condotte a Guyot con una cura maniacale pianta per pianta, applicando i dettami dell’agricoltura biologica, nel massimo rispetto dell’ambiente.

Siamo in una delle zone più vocate per la coltivazione dell’Aglianico, uva con cui si produce l’Aglianico del Vulture Superiore Le Drude. È un vitigno difficile, poco produttivo, tanto che raramente si raccolgono più di 2 kg d’uva per pianta, con rese che non superano i 60-70 quintali per ettaro. L’Aglianico si caratterizza inoltre per un lungo periodo vegetativo, sottoposto naturalmente a numerosi rischi meteorologici. La vendemmia è manuale e si svolge spesso ad autunno inoltrato, a fine ottobre.

La stessa cura che Michele Laluce dedica al vigneto la si può riscontrare in cantina. La pressatura delle uve è soffice e la fermentazione avviene in vasche d’acciaio con lieviti selezionati a temperatura controllata. Dopo la svinatura, il vino viene sottoposto ad un primo affinamento per circa un anno, il 70% del volume in acciaio e il 30% in tonneau. Le masse vengono quindi assemblate e il vino matura per almeno altri 24 mesi in botti grandi e poi ancora in bottiglia per 12 mesi o più.

Passiamo ora alla degustazione dell’Aglianico del Vulture Superiore Le Drude 2013. Il nome del vino, Le Drude, è quello dato dai soldati piemontesi alle donne dei briganti lucani. Questo vino nasce in onore al loro coraggio.

Vino di colore rubino con orlo granato, al naso si presenta fruttato con sentori di mora e mirtillo, anche in confettura per poi passare a note di sottobosco, erbe aromatiche di timo e profumi di macchia mediterranea. Se il naso è certamente ampio, la bocca è austera con una bella freschezza, un tannino importante e la tipica impronta minerale del territorio. Ancora giovane nonostante gli otto anni di vita, è un vino davvero potente con persistenti ritorni retrolfattivi su toni di liquirizia. La grande freschezza ci fa presagire una lunga vita davanti a sé.

Vino vigoroso come il coraggio delle donne dei briganti lucani, godibile al tempo stesso. È figlio di un grande territorio ma anche della sapiente mano di Michele Laluce. Vien voglia di berne ancora .. spero di poterlo fare quanto prima.

pubblicato in:
Vino Rosso

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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