L’Azienda Aldeghieri è attiva in Valpolicella dalla metà degli anni ’50 del secolo scorso. Conoscendone un po’ la storia, durante l’ultimo Vinitaly sono passato dal loro stand per assaggiare i vini in degustazione. In compagnia di Paolo Aldeghieri ho avuto modo di soffermarmi su uno straordinario Amarone Classico Riserva 2004, oggetto del racconto odierno.
La Valpolicella è un’area vitivinicola situata alle porte di Verona che comprende quattro piccole valli (Val Squaranto, Valle di Mezzane, Val d’Illasi, Val Tramigna), percorse dai torrenti provenienti dagli antichi ghiacciai dei monti Lessini. È il crocevia dell’aria fresca dei monti e delle miti brezze del lago di Garda, prezioso microclima che favorisce la produzione di uve e di vini di qualità.
Aldegheri è uno dei principali attori di questo fortunato comparto. La cantina è situata nel comune di Sant’Ambrogio, nella zona storica della Valpolicella, più a ovest rispetto alle suindicate valli. Opera da sempre con una perfetta coordinazione tra tecnologia e amore per la natura e i suoi frutti. La massima attenzione ai vigneti, la rigorosa selezione delle uve e un costante perfezionamento delle tecnologie di vinificazione, sono i fattori che permettono di ottenere uve dai grandi caratteri distintivi e di raggiungere un elevato livello qualitativo dei vini.
Il vigneto si estende per circa 50 ettari rivolti soprattutto a sud-est, in larga parte situati in collina, con una densità di circa 3.500 ceppi per ettaro. È impiantato su terreni rossi e bruni con marne di età cretacea e calcarei rossi di epoca eocenica. L’età media delle vigne è di 20 anni e raggiunge i 35 anni in alcuni filari di Corvina.
Le fasi della maturazione delle uve destinate alla produzione dell’Amarone – Corvina in prevalenza, poi Rondinella e altre uve raccomandate, Molinara per il vino che raccontiamo – vengono attentamente monitorata per cogliere il momento più opportuno per dare inizio alla vendemmia. La raccolta delle uve ha luogo tra fine settembre ed inizio ottobre dopo una leggera surmaturazione in pianta. È manuale, condotta scegliendo i migliori grappoli per la successiva fase dell’appassimento.
Questa tecnica, praticata fin dai tempi degli antichi romani, prevede che i grappoli selezionati vengano posti in parte su graticci e in parte in moderni plateau in attesa che lentamente gli acini si disidratino. La tardiva pigiatura è prevista in pieno inverno, dopo quattro mesi dalla vendemmia, tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio.
Le uve vengono quindi diraspate e pigiate in maniera soffice. Il mosto e le vinacce vengono poi fermentate per quindici giorni circa. Dopo alcuni travasi, il vino viene trasferito in grandi botti di rovere per il lungo invecchiamento. La parte terminale della maturazione di una piccola parte della massa avviene in barrique. Quindi l’Amarone viene imbottigliato e affinato ancora un anno in bottiglia per poter esprimere poi all’apertura il meglio delle sue caratteristiche.
L’eccezionale annata 2004 ha permesso di ottenere un Amarone dallo stile difficilmente eguagliabile. Con una sosta di quasi dieci anni in botti grandi, il vino è ancor più robusto, pieno e caldo anche per il particolare invecchiamento.
Passiamo alla degustazione
Amarone della Valpolicella Classico Riserva 2004
Di colore granato intenso, la lacrima sul bicchiere scende molto lentamente, segno di grande consistenza. Al naso riscontriamo profumi ancora floreali di rosa e viola appassite, fruttati di amarene sotto spirito, marmellata di prugne e di frutti di bosco. Poi emergono importanti sentori terziarizzati di liquirizia, cuoio e tabacco. In bocca è robusto, morbido e caldo, equilibrato con tannini serici e acidità ancora ben presente. Chiude lungo su un retrolfatto mentolato.
Vino dalla grande struttura, che diventa quest’anno maggiorenne: mi domando per quanto tempo ancora potrà evolvere. È un vino da abbinare a grandi arrosti, selvaggina o a formaggi come il Taleggio stagionato.