Abbiamo incontrato l’azienda vitivinicola toscana Badia a Coltibuono durante Life of Wine, l’evento che permette di assaggiare più annate di uno stesso vino, alcune non più in commercio. Un evento culturale irrinunciabile che mi ha permesso di apprezzare in modo particolare il Chianti Classico Riserva prodotto da questa azienda.
Badia a Coltibuono è un luogo fuori dal tempo che trasmette il valore di quanto è stato realizzato attraverso i secoli, conservando la sua struttura originaria risalente al Medio Evo. Il nome stesso “Badia a Cultusboni”, ossia “buona agricoltura” o “buon raccolto” risalirebbe al XII secolo. La storia dell’azienda che si estende per 800 ettari tra vigneti, uliveti e boschi è legata alla famiglia Stucchi Prinetti, fra i pionieri del Chianti e risale al lontano 1846. Ben sei generazioni si sono avvicendate nella proprietà, sempre nel rispetto della storia familiare ma anche mantenendo un impegno verso lo straordinario territorio chiantigiano. Con alcuni momenti fondamentali che hanno contraddistinto questa bellissima storia del vino.
Come, per esempio, negli anni ‘50 del secolo scorso, quando Piero Stucchi Prinetti iniziò la trasformazione della cantina in una moderna azienda vitivinicola, essendo tra l’altro fra i primi ad imbottigliare e vendere sul mercato nazionale ed internazionale.
O in tempi più recenti, quando viene adottata l’agricoltura biologica, con l’obiettivo di mantenere il terreno sano e utilizzabile anche dalle generazioni future. Al tempo stesso vengono salvaguardati la biodiversità dei boschi, i sentieri e le strade bianche che li attraversano, un patrimonio fondamentale per il paesaggio chiantigiano. Non semplici sentieri, ma importanti vie di spostamento, sin dai tempi etruschi, romani e del Medio Evo, costellate di preziosi eremi e cappelle. Un paesaggio che si è sedimentato nei secoli, fra bellezza, storia e cultura.
La scelta di un’agricoltura più sana e sostenibile risale al 1985 con la decisione di non utilizzare più diserbanti e insetticidi, scelta davvero pioneristica in quegli anni. Successivamente furono effettuati importanti studi sulla selezione di 600 viti madri che saranno poi utilizzate per i reimpianti dei vigneti sin dal 1988. Negli anni si concretizza sempre più l’approccio biologico, che porta alla certificazione dapprima degli ulivi e nel 2000 di tutta l’azienda. Nel vigneto, che oggi si estende per 60 ettari, ogni pianta viene nutrita mediante inerbimenti, compostaggio e concimazioni organiche. Queste pratiche insieme all’incremento della biodiversità sono i capisaldi di un metodo che salvaguarda la salute dei lavoratori e dell’ambiente. Oggi l’approccio bio diventa sempre più articolato e comprende tutte le pratiche aziendali. Con la creazione del Biodistretto del Chianti si lancia la sfida perché tutto il comprensorio sia gestito in maniera sostenibile seguendo i principi dell’agricoltura biologica.
I vigneti si trovano ad altitudini compresa tra i 270 e i 330 metri sul livello del mare. La prevalente esposizione è a mezzogiorno su terreni terrazzati di matrice argilloso-calcarea nella zona di Monti, nella parte sud del comune di Gaiole in Chianti. Qui il Sangiovese massale selezionato trova condizioni ideali e resta protagonista del Chianti Classico Riserva degustato. Nella tradizione chiantigiana si mantiene nell’uvaggio un saldo di Canaiolo, Ciliegiolo e Colorino, mentre sono state reintrodotte in azienda altre uve storiche come Mammolo, Malvasia Nera, Pugnitello, Fogliatonda e Sanforte.
Costruita nel 1997 come una moderna fortezza, ma nel rispetto del paesaggio e con attenzione alla sostenibilità ambientale, la cantina permette la massima cura in tutte le fasi della vinificazione e maturazione, valorizzando le caratteristiche di complessità ed eleganza dei vini. Per la produzione del Chianti Classico Riserva le uve vengono lavorate per caduta. La fermentazione viene avviata con i lieviti indigeni per una durata di tre settimane circa, mentre alcuni pistoni ottimizzano l’estrazione con le follature. La maturazione ha luogo in botti di rovere francese e austriache per 24 mesi, dopo i quali il vino trascorre ancora 4 mesi in bottiglia.
Passiamo al racconto della verticale
Chianti Classico Riserva 2018
Le temperature primaverili, più alte rispetto alle medie stagionali, hanno comportato un germogliamento precoce, accompagnato da frequenti piogge nel mese di maggio. Si è quindi assistito ad un incremento termico nel mese di giungo, bilanciato da sporadiche piogge estive. Le condizioni meteorologiche ideali e il terreno a gestione biologica particolarmente ricettivo all’acqua piovana hanno favorito un bilanciato accrescimento degli acini. La qualità dell’uva raccolta è stata eccellente.
Il vino si mostra nel calice con un colore rosso rubino concentrato e profondo. Al naso rivela note di frutta a bacca nera come mirtilli, alternate a rimandi floreali, oltre a nuances balsamiche e di tabacco. Il vino entra in bocca con un sorso dinamico, in cui la trama tannica risulta elegantemente integrata nell’ottima struttura. Finale lungo con retrogusto balsamico.
Chianti Classico Riserva 2017
Dopo un inverno estremamente asciutto, l’estate è stata eccezionalmente calda e poco piovosa. Data la siccità estrema i problemi in vigna sono stati significativi, con conseguente vendemmia di quantità d’uva ridotte. La qualità è stata invece eccellente grazie all’attenta gestione della chioma e alla straordinaria tenuta dei terreni di Monti, dovuta sia al buon contenuto di argilla che ai molti anni di gestione bio con inerbimenti, sovesci e compostaggio. Il tal modo il terreno è reso più ricettivo alle piogge e meno propenso a seccarsi in condizioni di siccità prolungata.
Di colore rosso rubino intenso, al naso il vino svela sentori di ciliegia selvatica unitamente a fiori di violetta, eleganti note balsamiche, quindi tostati di cioccolato e liquirizia nel finale. Di corpo generoso, in bocca è piacevole e avvolgente, già in equilibrio tra la freschezza e la grande morbidezza dovuta probabilmente al millesimo. Finale persistente su note fruttate.
Chianti Classico Riserva 2016
Il profilo dell’annata 2016 è stato regolare, senza particolari problemi sanitari in vigna. L’inverno è stato caratterizzato da un clima rigido e ricco di precipitazioni, con germogliamento regolare nella seconda metà di aprile. Le temperature miti hanno favorito lo sviluppo della superficie fogliare con fioritura della vite nella prima settimana di giugno. Le calde giornate estive, ben soleggiate e le scarse precipitazioni sul finire del mese di luglio hanno causato al momento dell’invaiatura uno stress idrico, poi superato grazie alle piogge di fine agosto e di inizio settembre.
Nel calice il vino si mostra di colore rosso rubino con bagliori granata, il profilo olfattivo si caratterizza per i profumi di viola insieme ai fruttati di ciliegia sotto spirito e confettura di mirtilli; quindi, tocchi di spezie delicate e rimandi di tabacco e liquirizia nel finale. All’assaggio il vino è di corpo ed equilibrato, con un sorso fresco e sapido, dotato di buona progressione e persistente con un retrolfatto su toni di liquirizia.
Chianti Classico Riserva 2013
L’andamento meteorologico del 2013 ha rilevato nel primo semestre un’elevata piovosità. Ad un inverno vero, che ha fatto registrare in Chianti temperature sotto le medie del periodo, spesso vicine allo zero, ha fatto seguito una primavera che ha non è riuscita a invertire la tendenza causando una fioritura tardiva. Fattore che ha comportato un generale ritardo nelle successive fasi fenologiche fino alla vendemmia, nonostante il caldo estivo.
Vino dal colore molto simile al precedente campione. Al naso avvertiamo ricordi di viola, quindi ciliegia e ribes in confettura, che si combinano bene con gli aromi speziati di vaniglia e chiodi di garofano. In bocca il vino ha un gusto ricco, con un profilo fresco-tannico che lo fa apparire più giovane dei suoi 10 anni d’età e dovuto probabilmente all’annata fresca. Finale lungo su note balsamiche per un vino che ha ancora una lunga vita davanti a sé.
La Riserva di Chianti Classico rivela la forte impronta di un territorio saggiamente condotto secondo i principi dell’agricoltura biologica, approccio che, come abbiamo visto, riguarda anche la cantina e tutte le attività produttive. Ogni campione degustato spinge ad un assaggio successivo per la sua piacevolezza, rendendo il vino adatto a preparazioni elaborate a base di carni rosse come un filetto accompagnato da funghi. Bellissima esperienza che non toglie la curiosità sul comportamento del vino di annate pregresse.