Planeta, noto produttore vitivinicolo siciliano, vanterebbe una tradizione agricola secolare che sembra risalga addirittura al ‘500. Nonostante ciò, opera come soggetto autonomo nel settore del vino soltanto dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso, quando si separò da Settesoli, la grande cantina sociale della zona di Menfi in provincia di Agrigento.
L’azienda, accompagnata nelle sue principali scelte da Diego Planeta recentemente scomparso, rappresenta oggi uno dei principali protagonisti del rinascimento vinicolo siciliano. La proprietà è tutt’ora in comune tra una quindicina di cugini, baroni che – diversamente da molti nella loro nobile condizione – hanno rinunciato a chiamare l’azienda vitivinicola di famiglia utilizzando il proprio titolo per aumentarne il blasone.
Con quasi 400 ettari di vigneti, piantati direttamente dalla famiglia e distribuiti oggi in sei differenti tenute, Planeta è presente nelle zone vitivinicole più vocate dell’isola: Ulmo a Sambuca di Sicilia, Dispensa a Menfi, Dorilli a Vittoria, Buonivini a Noto, Feudo di Mezzo a Castiglione di Sicilia sull’Etna e La Baronia a Capo Milazzo. Le bottiglie prodotte sfiorano ormai i due milioni e mezzo, più della metà delle quali esportate.
Abbiamo degustato un vino sicuramente territoriale, il Burdese 2007, fatto tuttavia con uve internazionali: Cabernet Sauvignon (70% circa) e Cabernet Franc, tipiche dell’uvaggio bordolese.
Durante l’estate del 2007, dopo un paio di brevi ma intense ondate di caldo, le temperature si sono stabilizzate e una persistente alta pressione ha regalato una vendemmia priva di pioggia e con maturazioni straordinarie. Davvero un’ottima annata in molte zone della Sicilia.
I vigneti situati ad un’altitudine compresa tra i 100 e i 400 metri sul livello del mare, si trovano nella Tenuta di Dispensa per il Cabernet Sauvignon e di Maroccoli per il Cabernet Franc, dove le uve trovano condizioni espressive ideali. Il terreno di Dispensa presenta uno scheletro quasi assente ed è mediamente calcareo. A Maroccoli il suolo è ciottoloso e ricco di scheletro, abbastanza argilloso con abbondante frazione limosa. La pendenza garantisce un perfetto quanto utile drenaggio.
I vigneti sono condotti a cordone speronato con una densità d’impianto i 4.500 ceppi per ettaro. Il Cabernet Sauvignon (con una resa di 75 quintali per ettaro) e il Cabernet Franc (60 quintali per ettaro) trovano in questi vigneti le migliori condizioni espressive che ritroveremo nel vino.
Le uve vengono poi vinificate nella cantina di Ulmo, nel territorio di Menfi. Dopo la diraspatura e la pigiatura, la fermentazione alcolica dura circa tre settimane con permanenza delle bucce nel mosto prima della svinatura. Viene quindi condotta la fermentazione malolattica sia in legno che in acciaio. Il vino riposa infine in barriques nuove di rovere di Allier per 14 mesi.
Passiamo ora alla degustazione del Burdese 2007.
Di colore granato cupo, con ancora bagliori color rubino. Assai profondo e complesso al naso che esprime note varietali di violetta appassita, piccoli frutti neri in confettura, foglia di pomodoro, incenso, cuoio ed eucalipto nel finale. Complessità di aromi e sapori frutto del sole di Sicilia.
Al palato è potente, di grande densità, struttura ed equilibrio, costruito su una trama tannica fitta, presenta una grande freschezza: nonostante il tempo trascorso, il vino provoca ancora una notevole salivazione. Tannino e acidità importanti sono bilanciati da una alcolicità decisa e una morbidezza glicerica dovuta al lungo invecchiamento. Forza gustativa incentrata su un fruttato maturo e ritorni retrolfattivi di cacao e mediterranei di erbe aromatiche come il rosmarino.
Burdese è un grande vino da invecchiamento, energico e potente, da apprezzare con abbinamenti di altrettanta forza e carattere: preparazioni come stufati o selvaggina, preferibilmente contornati da verdure.