Come evolve il Cabernet Sauvignon Schietto dei Principi di Spadafora

A “Life of Wine” abbiamo degustato tre annate del Cabernet Sauvignon Schietto dei Principi di Spadafora, famiglia siciliana che sin dal Medio Evo ha avuto il predominio su cinque principati, un ducato, due marchesati, una contea e venticinque baronie. Alcuni dei componenti della nobile famiglia hanno anche occupato alcune cariche di primo piano nel Regno di Sicilia e in diversi Stati Europei.

La storia del vino Spadafora in bottiglia comincia in tempi più recenti. Poco più di trent’anni fa, nell’estate del 1988, don Pietro dei Principi di Spadafora fonda l’azienda agricola in contrada Virzì, nel comune di Monreale, in una zona interna non lontano da Alcamo, ma comunque distante dai centri abitati, in una tenuta costeggiata da una successione di colline assolate e vallate dai caldi colori della Sicilia. L’attuale proprietario, Francesco Spadafora, figlio di don Pietro, gestisce l’azienda coadiuvato dalla figlia Enrica.

I vigneti dell’Azienda Agricola Principi di Spadafora si estendono per 100 dei 180 ettari dell’intera proprietà e sono ubicati in un’area agricola che si trova intorno alla cantina a circa 300 metri sul livello del mare. Sono impiantati su terreni sabbiosi e argillosi e subiscono un’escursione termica di 10-15°C circa tra il giorno e la notte. Il vigneto, condotto in regime biologico, ha una densità d’impianto è di 5000 ceppi per ettaro, con l’esclusivo impiego di prodotti naturali. Con la massima attenzione alle tematiche della sostenibilità, in azienda si impiegano energie alternative a quelle derivanti dai combustibili fossili. Anche la scelta del vetro più leggero per le bottiglie e dei tappi biologici prodotti con fibre della barbabietola da zucchero, vanno nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale.

Il ciclo della coltivazione dell’uva inizia poco dopo la raccolta, dopo le prime piogge autunnali in modo da preparare il terreno per la semina del favino. La semina viene effettuata a filari alterni e su specifici terreni vengono disperse le vinacce esauste della vendemmia. Il favino viene interrato nella misura di 80 quintali per ettaro, per apportare sostanze organiche ed azoto in modo massiccio all’inizio della primavera. Questa biomassa crea una copertura vegetale, contenendo l’erosione e realizzando un parziale controllo sanitario del terreno.

In primavera iniziano le lavorazioni in vigna a partire da fine marzo con l’inizio del germogliamento. Si procede alla selezione delle gemme e alla gestione manuale della parete fogliare. Quaranta giorni prima della vendemmia comincia l’invaiatura, fase della maturazione dell’uva contraddistinta dal cambiamento di colore, che dal verde originario vira gradatamente verso il colore caratteristico della cultivar. Durante questa fase fenologica si provvede ad una ulteriore selezione per determinare quali grappoli arriveranno alla raccolta. Il controllo delle curve di maturazione delle uve inizia 15 giorni prima della vendemmia, in modo da prevedere quale sarà l’andamento della raccolta. Ogni 4-5 giorni si procede alla verifica analitica della diminuzione degli acidi e dell’aumento degli zuccheri, seguendo l’andamento fino al raggiungimento del rapporto ottimale per il vino da ottenere. Una volta che il grado di maturazione sarà quello desiderato, l’uva viene selezionata e raccolta a mano e viene trasportata rapidamente in cantina in piccoli carrelli.

Il vigneto dove viene prodotto il Cabernet Sauvignon degustato al Life of Wine è condotto a Guyot ed è esposto prevalentemente ad ovest. La potatura riduce le gemme a poche unità per ceppo, con la parete fogliare alta un metro e venti centimetri circa, in modo tale che i grappoli non stiano a diretto contatto con il sole. Una volta raccolte, le uve vengono immediatamente deraspate e quindi trasferite mediante una pompa volumetrica a vite eccentrica rotativa, negli appositi fermentini per l’inizio della fermentazione alcolica. Qui le uve trovano il pié de cuvé della stessa varietà che sono state già trasferite in cantina in una prima fase. Si otterranno così vini con lieviti prodotti con uve del territorio nel rispetto della natura.

La macerazione sulle bucce avviene a temperatura controllata di 23°C, senza l’utilizzo di solforosa e dura per tre settimane circa in vasca di cemento, dove avviene anche la successiva fermentazione malolattica. Il vino matura poi in botti da 25 ettolitri per un anno nel locale adibito all’invecchiamento.

I vini sono quindi imbottigliati e riposano a lungo, fino a quando non saranno in grado di esprimere il territorio ai massimi livelli, indipendentemente dalla domanda di mercato. Il vino imbottigliato, peraltro, non contiene mai una concentrazione di solforosa superiore ai 50 mg/litro.

Vediamo com’è andata la degustazione dei vini.

Cabernet Sauvignon Schietto 2014

L’annata è stata umida con diversi giorni di pioggia e temperature non elevatissime durante le fasi fenologiche primaverili. L’estata è stata calda ma senza particolari picchi di calore, con raccolta l’8 settembre di uve che hanno presentato una bella acidità e zuccheri misurati in 21.75 gradi Babo.

Di colore rosso rubino profondo, il vino presenta un ampio spettro olfattivo con frutti di bosco e violetta in evidenza. Emergono quindi sentori liquirizia, erbacei e speziati di pepe e chiodi di garofano, tostati di caffè con chiusura su note di erbe aromatiche di timo e rosmarino. Gusto intenso, pieno e rotondo, con tannini molto ben presenti. Potente ed elegante, chiude lungo su toni ancora fruttati.

Cabernet Sauvignon Schietto 2010                                       

L’andamento climatico del 2010 è stato abbastanza regolare, con temperature primaverili mediamente favorevoli e una buona umidità complessiva. Il caldo estivo non eccessivo ha consentito la corretta maturazione fenologica con vendemmia il 31 agosto ed una gradazione zuccherina delle uve misurata in 22.10 gradi Babo.

Il vino mostra un colore rosso rubino molto simile a quello del precedente campione. Al naso propone sentori di confettura di mirtilli, poi foglia di pomodoro, tabacco, sottobosco, sbuffi di pepe e balsamici nel finale. Al palato è un vino equilibrato, caldo ma con una spalla fresca molto ben presente. Finale persistente con retrolfatto su note di eucalipto.

Cabernet Sauvignon Schietto 2008

La fioritura ad aprile è avvenuta in un clima secco con un solo giorno di pioggia. L’umidità è cresciuta nel mese di maggio, quando ha avuto luogo la fioritura tardiva. La vendemmia è stata anticipata al 13 agosto in un periodo anomalo per il Cabernet, scelta necessaria per il caldo estivo che ha accelerato la maturazione dopo la pioggia di metà giugno e quindi per salvaguardare la freschezza del vino. Buona infatti l’acidità delle uve, con zuccheri misurati in 21.25 gradi Babo.

Il vino mostra un colore rubino con bagliori granato, il ventaglio di profumi è molto ampio e spazia dalla confettura di mora e ribes ai chiodi di garofano, dalle note di tabacco biondo alla grafite, al cioccolato con sentori di liquirizia nel finale. In bocca il vino è dinamico, con tannini serici ma anche con un’acidità ancora vibrante. Chiusura persistente e balsamica.

Il Cabernet Sauvignon Schietto è un vino vero, come il suo nome, mantenendo la sua integrità nonostante il trascorrere del tempo. Un vino importante da accostare a preparazioni di carne come il filetto al pepe verde. Siamo convinti che ogni campione degustato, pur nella sua diversità, manterrà la stessa piacevolezza se avremo la possibilità di degustarlo nuovamente anche tra diversi anni.

pubblicato in:
Vino Rosso

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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