Fervore Terre di Balbia, il Magliocco

Nel cuore del borgo medioevale di Altomonte, in provincia di Cosenza, opera l’azienda vitivinicola Terre di Balbia, di recente fondazione ma dalla storia già importante. Terre di Balbia nasce agli albori del ventunesimo secolo, ma la sfida viene rilanciata nel 2014 dall’ingegnere cosentino Giuseppe Chiappetta e dal fratello Nicola, che rilevano l’azienda e ne determinano lo sviluppo. Ho incontrato Giuseppe all’ultimo Vinitaly, degustando i vini e conoscendo così la storia dell’azienda. Una storia basata sulla passione e sulla visione nel produrre un vino di qualità puntando soprattutto sui vitigni autoctoni calabresi dalle grandi potenzialità. Tra i vini degustati, vi racconto oggi il Fervore fatto con uve Magliocco.

Con l’arrivo in azienda dei fratelli Chiappetta, Terre di Balbia comincia ad avvalersi di importanti collaborazioni nella realizzazione della cantina, nel controllo dei processi e nelle tecniche di vinificazione. Ma anche nell’ammodernamento e nella conduzione del vigneto, a partire dalle tecniche di potatura invernale e primaverile che assicurano la longevità alle piante. Otto ettari di vigneto impiantati a Magliocco, Gaglioppo e Merlot oltre agli ulivi, tra le brezze di mare che soffiano dalla piana di Sibari e dei venti di montagna della catena del Pollino.

L’ammodernamento dei vigneti esistenti e l’impianto di nuove vigne mirano ad ottenere la migliore qualità dell’uva coltivata con il metodo biologico. La forma d’allevamento a cordone speronato viene trasformata a Guyot, mentre per i nuovi impianti viene scelta l’antica forma tradizionale dell’alberello calabrese ad altissima densità d’impianto (circa 10.000 piante ad ettaro), che assicura una qualità superiore delle uve.

Il vigneto di Magliocco, con cui si fa il Fervore, è esposto a sud e si estende per circa 1,30 ettari. Le piante affondano le radici in un terreno di argilla rossa che man mano, lungo il pendio, diventa sempre più bianca. La pendenza del vigneto del 20% e la componente di sabbia e sassi, che aumenta in profondità, assicurano la giusta umidità e riducono gli stress idrici nei periodi più caldi.

La produzione biologica dell’uva è garantita da pratiche colturali esclusivamente preventive a base di rame e zolfo. Tutte le lavorazioni in vigna vengono fatte a mano e in modo meccanico, come il taglio delle erbe infestanti, effettuato senza l’uso di diserbanti. L’assenza di concimi e dell’irrigazione di soccorso, sono elementi distintivi assieme all’eliminazione dei germogli in sovrannumero durante la potatura verde e al diradamento dei grappoli durante l’invaiatura. All’epoca della vendemmia i grappoli vengono selezionati direttamente in pianta, con non più di 8-10 gemme ed un peso che non supera il kilo. L’uva sana e matura viene così raccolta in cassette da 15 Kg e viene quindi trasportata in cantina per le successive attività di vinificazione.

In cantina, ogni cassetta viene svuotata manualmente nella diraspa-pigiatrice e gli acini selezionati sottoposti ad una lieve pigiatura. La fermentazione alcolica e la macerazione avvengono in un unico tino di acciaio inox da 50 Hl, con un contatto delle bucce con il mosto che varia da 12 a 15 giorni. I rimontaggi vengono effettuati per i primi due giorni, per poi passare a due délestage al giorno con controllo della temperatura. Al termine, le vinacce vengono sottoposte a pressa verticale idraulica con gabbia in acciaio inox.

Dopo la svinatura il Fervore viene travasato in barriques di rovere francese, 50% nuove e 50% di secondo passaggio, dove si svolge la fermentazione malolattica, con batonnage giornaliero sino al primo travaso. Dopo circa 9 mesi di maturazione in legno, il vino, senza l’ausilio di chiarificanti e precipitazioni tartariche, viene imbottigliato per riposare almeno altri 12 mesi prima di essere messo in commercio.

Passiamo adesso al racconto del Fervore 2016.

Di colore rosso rubino intenso, limpido e luminoso, al naso avvertiamo subito sentori di ciliegia matura, prugna, di frutta secca come mandorle e noci. Quindi emergono piacevoli note di violetta e vegetali, insieme a speziati di pepe, noce moscata, chiodi di garofano e zenzero. Bocca dinamica, in cui la componente fresco-sapida del Fervore prevale ancora sulla morbidezza e su un alcol ben dosato. Il vino è avvolgente, rimane in bocca a lungo, persistente con un retrolfatto su toni di liquirizia.

Ancora molto giovane è un vino duttile che si abbina benissimo a preparazioni di manzo e agnello, ma anche a primi piatti al sugo e a formaggi semistagionati.

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Degustazioni

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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