“GHÈ” Riserva, la verticale: Barolo di Mauro Sebaste

Nella sua azienda vitivinicola a Gallo, frazione di Alba, Mauro Sebaste persegue il suo progetto con la stessa filosofia della madre Sylla, una delle prime donne del vino. Il suo vino ha origine a partire dalla meticolosa ricerca delle vigne, scelte per le caratteristiche del terreno e delle favorevoli esposizioni. I vigneti, che si estendono per circa 30 ettari, si trovano nei comuni di Alba, Serralunga, Barolo, La Morra, Verduno, Vinchio, Diano d’Alba, Montelupo, Mango, Piobesi d’Alba e Vezza d’Alba.

L’ho contattato prima del Vinitaly, concordando con lui la degustazione di 4 annate di Barolo Riserva “Ghè”: 2016, 2015, 2012 e 2011. Degustazione che puntualmente ha avuto luogo e che vi racconto.

Mauro gestisce il vigneto in prima persona, dal controllo dello stato del terreno al diradamento dell’uva, rispetto alla capacità della singola pianta di portare a maturazione ogni grappolo. La vigna “Ghè”, interamente di proprietà dell’azienda, è situata sulla collina di Cerretta, nel comune di Serralunga d’Alba ad un’altitudine di 380 metri. Il terreno è calcareo, sabbioso con una percentuale di argilla e ferro. Il clone di Nebbiolo utilizzato è il Michet.

Dopo il rigoroso controllo della maturazione, la vendemmia avviene manualmente ad ottobre con una scrupolosa cernita delle uve, riposte in cassette forate da 25 kg. Nella cantina dotata delle necessarie tecnologie, dopo un’ulteriore selezione manuale su tavoli vibranti, inizia la vinificazione con la pressatura soffice delle uve.

Il mosto fermenta in vasche di acciaio inox dotate di controllo automatico della temperatura, con follature rimontaggi giornalieri e un contatto con le bucce che si protrae per 12-16 giorni. Dopo la fermentazione malolattica, il vino invecchia in botti di rovere francese da 400 litri per circa 30 mesi. Quindi il vino riposa in bottiglia per almeno 24/30 mesi, per poi, dopo 5 anni complessivi, essere messo sul mercato ed ottenere la menzione Riserva. Di questo vino si producono circa 1.000 bottiglie ogni anno, tranne che per il 2016, come diremo a breve.

Passiamo alla degustazione dei vini.

Barolo “Ghè” Riserva 2016

L’annata 2016 ha avuto un ciclo vegetativo molto lungo. Dalle temperature miti di inizio inverno, si è passati all’abbondanza delle precipitazioni che ha favorito la costituzione di un’importante riserva idrica. Il freddo tardivo ha poi causato un ritardo vegetativo e fenologico che si è pretratto fino alla fine dell’estate. La vendemmia a metà ottobre ha regalato un’uva eccellente sia dal punto di vista tecnologico che fenologico. A differenza delle altre annate, nel 2016 insieme ai due tonneaux, è stata utilizzata una barrique per via di una maggiore produzione d’uva, ottenendo quindi un numero più elevato di bottiglie.

Il vino si presenta di colore granato intenso con bagliori rubino. Al naso avvertiamo subito importanti sentori di rosa e viola che man mano lasciano spazio a fruttati di amarena e ciliegia. Il vino cambia poi nel bicchiere aprendosi su toni di spezie dolci come vaniglia – dovuto anche all’uso della barrique – quindi sentori di liquirizia, sottobosco e fungo. In bocca è pieno, con una bella acidità in evidenza e un tannino importante ma serico. Molto elegante, ancora giovanissimo, chiude persistente con evidenti ritorni balsamici.

Barolo “Ghè” Riserva 2015

Le abbonanti nevicate invernali hanno consentito un ottimo approvvigionamento idrico dei terreni. Questo andamento, insieme ad una primavera mite, ha favorito un ciclo vegetativo anticipato che si è poi mantenuto nel resto dell’anno. Il caldo estivo sopra la media, grazie alle riserve idriche accumulate, non hanno causato particolari fenomeni di stress. Annata che può definirsi nella norma con un’ottima sanità delle uve. Perfetta la maturazione del Nebbiolo.

Il vino si presenta con una veste color granato lucente, con striature rubino, molto simile al precedente campione. Al naso avvertiamo subito i fruttati di ciliegia e prugna, quindi note di tè nero, minerale e sottobosco, balsamico nel finale. Vino dal grande corpo, in bocca si sente il tannino di Serralunga e la grande acidità che lo fa sembrare più giovane del primo campione. Chiude lungo ancora su toni balsamici.

Barolo “Ghè” Riserva 2012

L’inverno ha mantenuto temperature basse fino a tutto febbraio, con abbondanti nevicate che, se da un lato hanno contribuito a creare una buona riserva idrica, dall’altro hanno generato una ripresa vegetativa posticipata rispetto alla media. Primavera piovosa che, insieme al freddo invernale ha portato ad una minore allegagione. Vendemmia del Nebbiolo in ottobre, dopo un’estate calda ed importanti escursioni termiche autunnali.

Di colore granato compatto, al naso avvertiamo sentori di frutta rossa in confettura, ciliegia sotto spirito poi pepe, chiodi di garofano, scorza d’arancia, cacao e tabacco. In bocca è potente, dimostra tutta la sua gioventù con un’acidità vibrante e un tannino che comincia ad essere appena levigato. Chiude lungo con un retrolfatto di liquirizia.

Barolo “Ghè” Riserva 2011

Il 2011 è stata un’annata fuori dagli schemi, molto precoce e con rese in vigneto non eccessive. Inverno regolare sia per quanto riguarda le temperature che per le precipitazioni; aprile caldo, con un andamento termico estivo particolare con grandi oscillazioni. Positiva per il Nebbiolo la pioggia di settembre che ha permesso la maturazione equilibrata sia tecnica che fenologica. Dal punto di vista sanitario è stata un’annata molto buona.

Nel calice il vino è di colore granato vivo, naso articolato con profumi di ciliegia e lamponi in confettura, quindi violetta appassita, tostati di caffè, radice di liquirizia e tartufo. Bocca larga, con una struttura imponente, una vivida freschezza e un tannino ben presente. Chiude lungo ancora su note di liquirizia.

Bellissima verticale di un Barolo importante, esperienza che mi piacerebbe rifare tra qualche anno. Adesso comprendiamo meglio qual è l’interpretazione del “Ghè” di Mauro Sebaste.

pubblicato in:
Vino Rosso

Amante del vino, Sommelier AIS ed esperto di marketing

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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