Ornellaia, eccellenza ed emozione

Tenuta Ornellaia opera nel comprensorio di Bolgheri, territorio della costa toscana vocato alla viticultura e noto per i vini ottenuti con vitigni internazionali. Fondata agli albori degli anni ’80 del secolo scorso da Lodovico Antinori – cugino del Marchese Piero – dopo alcune vicende l’Azienda è diventata proprietà dei Marchesi Frescobaldi. Ornellaia intraprende da subito la strada dell’eccellenza, legandosi a Bolgheri in un legame indissolubile.

Viticultori da 700 anni, i Frescobaldi hanno sempre cercato di evidenziare le diversità dei singoli territori, mantenendo l’identità di ogni tenuta vitivinicola di proprietà. Questo principio è ancor più valido oggi, prestando la massima attenzione alla sostenibilità ambientale e non solo, impegno attuale ma soprattutto a lungo termine. Tutto è volto a valorizzare ogni particolare del terroir, viatico imprescindibile per la produzione di vini di qualità, sempre nel rispetto dell’ambiente.

I vigneti di Ornellaia sono suddivisi in tante piccole particelle condotte in modo da esprimere il proprio carattere, coerentemente con l’annata di produzione. I vigneti hanno un’elevata densità d’impianto, con una media di 6.600 ceppi per ettaro. In tal modo le piante competono tra loro per l’accaparramento di acqua e sostanze nutritive a livello di impianto radicale. I terreni risultano alquanto vari per composizione e formazione. I filari vanno dal mare fino alle colline su terreni un tempo ricoperti dal mare, con substrati sabbiosi, marne e fossili marini unitamente a quelli di origine alluvionale, formati da argille e ciottoli calcarei o vulcanici, ricchi di minerali come potassio, sodio, calcio e magnesio.

Il Bolgheri Superiore Ornellaia 2020 che abbiamo degustato è prodotto con uve Cabernet Sauvignon (50%), Merlot (32%), Cabernet Franc (13%) e Petit Verdot (5%). Dopo l’inverno mite e piovoso, a fine marzo c’è stato un crollo delle temperature anche sotto 0°C proprio all’inizio del germogliamento. Ancora protetti dalle gemme, i germogli appena sbocciati hanno così evitato danni. La primavera è proseguita con un regolare sviluppo vegetativo e fioritura a fine maggio. Dopo le piogge di metà giugno è cominciato un periodo siccitoso con caldo torrido fino a tutto agosto, nonostante l’invaiatura si sia svolta in modo omogeneo a fine luglio. Le piogge di fine agosto hanno ridotto le minime fino a 13°C, condizioni ideali per la maturazione e la raccolta del Merlot. La successiva ondata di caldo e conseguente aumento delle gradazioni zuccherine ha reso necessario la vendemmia dei Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon dei vigneti giovani sin da metà settembre. La pioggia di fine mese ha riequilibrato le condizioni climatiche, con termine della raccolta del Cabernet Sauvignon e del Petit Verdot ad inizio ottobre.

Durante le operazioni vendemmiali, i grappoli più pregiati sono stati raccolti a mano in cassette da 15 kg, per poi essere selezionati su un doppio tavolo di cernita prima e dopo la diraspatura. Oltre a quella manuale, i grappoli sono anche oggetto di selezione ottica. In tal modo, le rese per ettaro non superano i 65 quintali. Ogni varietà e ogni parcella è sottoposta ad una pressatura soffice e vinificata separatamente. La fermentazione alcolica ha avuto luogo in parte in tini di acciaio inox e in parte di cemento a temperature comprese fra 26 e 30°C per una settimana, alla quale è seguita una macerazione di altri 15 giorni. La fermentazione malolattica è stata svolta in barriques di rovere (70% nuove e 30% di secondo passaggio). Il vino è rimasto in barriques a temperatura controllata per un anno e mezzo circa. Dopo i primi 12 mesi è stato effettuato l’assemblaggio, quindi il vino è stato reintrodotto nelle barriques dove ha trascorso gli ultimi 6 mesi. Il vino rimane in bottiglia per 12 mesi prima dell’immissione sul mercato.

Passiamo alla degustazione del Bolgheri Superiore Ornellaia 2020

Il vino seduce alla vista con il suo colore rosso rubino profondo. Lo spettro olfattivo si articola in profumi di piccoli frutti di bosco come mirtilli maturi unitamente a sentori di spezie scure, grafite, quindi tabacco dolce, tostati di caffè, un accenno di sottobosco e delicate note balsamiche. Il sorso è denso ed energico, sostenuto da una finissima trama tannica e da una vibrante scia fresco-sapida che persiste nel lungo finale speziato.

Un vino emozionante, ancora giovanissimo, che certamente saprà esprimersi più compiutamente nei prossimi anni. Un campione che può essere apprezzato sin da subito accostato a piatti importanti a base di carne.

pubblicato in:
Vino Rosso

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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