Pecorino Prismae Zeropuro: biodinamico di Cantina Orsogna

La storia di oggi ci porta in Abruzzo, nel borgo di Orsogna in provincia di Chieti, terra nota per la presenza di numerose cantine sociali. L’omonima cantina sociale del borgo, Cantina Orsogna 1964, fondata appunto a metà degli anni ’60 del secolo scorso, conta oggi 600 soci per oltre 1.200 ettari di vigneto. Circa 1,7 milioni le bottiglie prodotte senza considerare il vino sfuso.

Circa l’87% del vigneto della Cantina Orsogna è certificato biologico o biodinamico. Gli ettari di vigna condotti in regime biodinamico sono circa 300, mentre una cinquantina è in fase di conversione. In tal modo Cantina Orsogna risulta essere non soltanto il più grande produttore italiano di vini biologici e biodinamici certificati, ma è stata riconosciuta nel 2018 dalla conferenza Mondiale della Biodinamica come la più grande realtà al mondo di questo settore.

L’attuale situazione è frutto dalle scelte strategiche intraprese agli albori degli anni 2000, con la conduzione di un’agricoltura più sana nel massimo rispetto dell’ecosistema nel quale le viti sono inserite. La decisione si è rivelata lungimirante, visto che nel corso tempo Cantina Orsogna ha ottenuto importanti riscontri commerciali anche nel mercato internazionale. La massima attenzione alla natura ha portato ad eliminare del tutto l’uso delle materie plastiche, come le capsule su tutte le bottiglie dei vini biologici e biodinamici.

Cantina Orsogna e gran parte del vigneto sono ubicati alle falde del massiccio della Majella a 15 Km dal Mare Adriatico. La posizione è molto favorevole in quanto beneficia di costanti brezze marine. Tra l’altro i vigneti si trovano in collina ad un’altitudine compresa tra i 380 e 580 metri sul livello del mare, ottimale per le escursioni termiche tra notte e giorno e tra le stagioni. Il suolo ha una composizione a prevalenza calcarea, unitamente alla presenza di argille e sabbie.

La produzione vinicola è divisa in 4 linee: due biodinamiche certificate Demeter International e due biologiche. Il vino di cui parleremo è la Passerina Primae, che fa parte della linea Zeropuro, biodinamica certificata. Il metodo biodinamico prevede che il lavoro in vigna sia in sintonia con le forze, i ritmi ed i cicli della natura che governano gli esseri viventi.

Secondo gli insegnamenti di Rudolf Steiner, l’obiettivo è quello di creare la giusta interconnessione tra cielo e terre, considerando le influenze astrologiche che hanno i pianeti e la luna per conservare la fertilità del terreno e la vitalità della vite. Si preparano dei fertilizzanti e concimi naturali, il più famoso dei quali è “cornoletame”. Le uve sono di qualità superiore, espressione autentica del vigneto e del territorio di provenienza. Le uve ben matura sono raccolte in modo rigorosamente manuale, per essere poi trasportate in cantina dove l’attenzione all’igiene è estrema.

In cantina, la fermentazione delle uve avviene mediantei lieviti naturalmente presenti sulle bucce e in nessun caso utilizzando lieviti selezionati. Nel mosto inoltre non viene aggiunta anidride solforosa, scelta enologica che preserva la microflora spontanea e l’azione naturale dei lieviti endogeni. Al termine del processo, non è prevista alcuna filtrazione del vino, con conseguenze che constateremo direttamente nel calice.

Raccontiamo ora l’assaggio del Pecorino Prismae Zeropuro 2016.

Alla vista il vino si presenta di colore giallo paglierino con una leggera opalescenza, causata dalla mancata filtrazione. Al naso colpisce per l’intensità olfattiva: apre con sentori floreali di acacia e biancospino, per virare verso note di erbe aromatiche mediterranee di rosmarino, timo e fruttate di pera e albicocca matura. Al gusto il vino è pieno, rotondo, con un’importante componente fresco-sapida ben bilanciata da una buona alcolicità e una grande morbidezza glicerica. Di buona struttura, resta in bocca a lungo con ritorni retrolfattivi su toni minerali e ammandorlati.

Vino sincero, sorprendente, dotato di grande duttilità che può accompagnare piatti di mare ma anche antipasti con fritti e formaggi poco stagionati e pasta con le verdure.

pubblicato in:
Vino Bianco

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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