Sassotondo, la cantina nel tufo

Abbiamo visitato Sassotondo, cantina situata in Alta Maremma, in provincia di Grosseto. L’azienda vitivinicola si estende per 72 ettari tra i comuni di Sorano e Pitigliano in mezzo alle DOC Bianco di Pitigliano, Sovana e Maremma Toscana. Fondata agli inizi degli anni ’90 dall’agronoma Carla Benini e dal marito Edoardo Ventimiglia, documentarista, da un punto di vista altimetrico si troverebbe in collina, anche se si sviluppa in un susseguirsi di altipiani intercalati da profonde gole scavate nel tufo da corsi d’acqua stagionali.

Siamo sul prolungamento del bacino vulcanico di Bolsena e il tufo è la materia principale. Di tufo sono fatte le case, sul tufo sono impiantati i vigneti e, in un’area al di sotto dei terreni aziendali, nel tufo è scavata la cantina ipogea. Nell’ultima stanza, a 30 metri dall’ingresso, separata dal resto della cantina da un lungo corridoio e a 14 metri sotto il suolo, c’è la bottaia che gode in maniera del tutto naturale di condizioni di umidità e temperatura ideali.

I vigneti si estendono oggi per una superficie complessiva di circa 12 ettari: 9 a bacca rossa (ciliegiolo, sangiovese, teroldego e merlot) e 3 a bacca bianca (trebbiano, greco, sauvignon). Ma il ciliegiolo, storico vitigno della Maremma, ha trovato in questa zona il suo terroir ideale, specialmente nel vecchio vigneto di San Lorenzo, di fronte a Pitigliano.

Condotta con i metodi dell’agricoltura biologica certificata dal 1994, Sassotondo è la tipica azienda agricola della Maremma dalla grande biodiversità, con le colture permanenti come la vite e l’olivo a cui si affiancano i seminativi, i pascoli e il bosco. A partire dal 2007 i vigneti sono condotti secondo i dettami della biodinamica.

Abbiamo degustato 5 dei vini della cantina, due bianchi e poi tre ciliegiolo, un rosato e due rossi (tre dei cinque ciliegiolo prodotti in azienda). Di seguito il racconto.

Bianco di Pitigliano Isolina 2021

Vino realizzato con uve trebbiano in prevalenza, con un saldo di sauvignon e greco. Le uve, provenienti dai vigneti di Sovana, allevati a cordone speronato e a Guyot su terreni tufacei, vengono raccolte e selezionate a mano, vinificate poi separatamente. La macerazione con le bucce dura dalle 12 alle 24 ore, mentre la fermentazione in acciaio, a bassa temperatura e senza lieviti aggiunti, può protrarsi per oltre due mesi. Al termine della fermentazione il vino viene lasciato sui lieviti per altri 2 mesi e quindi assemblato.

È un vino di colore giallo paglierino carico, di consistente struttura. Al naso avvertiamo sentori floreali di sambuco, quindi fruttati di pesca bianca e mela verde. Emergono quindi profumi mentolati ed erbacei. In bocca è secco, con una vibrante spalla fresco-sapida bilanciata dall’alcol ben presente. Chiude lungo su toni “verdi”, ancora mentolati.

Numero sei 2020

Vino prodotto con uve greco e sauvignon provenienti dai vigneti di Sovana risalenti al 1995, allevati a cordone (sauvignon blanc) e a guyot doppio (greco) con 4800 piante per ettaro. La raccolta e la cernita delle uve è manuale, la fermentazione senza aggiunta di lieviti e separata per ciascun vitigno: in acciaio per il Sauvignon con breve macerazione; in acciaio, con prolungata permanenza sulle bucce e successivamente in barrique per il Greco. Il vino matura per 12 mesi in barrique di secondo passaggio.

Di colore giallo dorato, il vino presenta uno spettro olfattivo che va dai fiori di zagara alla pesca bianca matura, dalla resina ad una fresca nota balsamica. Di grande struttura, le componenti fresco-sapide bilanciano quella morbide. Molto gradevole, il vino chiude lungo su sentori erbacei.

Lady Marmalade 2021

Questo vino è prodotto con uve ciliegiolo provenienti dai vigneti situati a Pitigliano e a Sovana. Come per i precedenti campioni, le uve sono raccolte e selezionate manualmente. Il mosto viene separato dalle bucce subito dopo la diraspatura, quando ancora le sostanze coloranti della buccia non sono entrate del tutto in soluzione. La fermentazione avviene senza l’aggiunta di lieviti in acciaio a temperatura controllata a circa 18°C.

È un vino dal colore rosa cerasuolo, dal profumo complesso con sentori di glicine, ciclamino, poi fruttati di lampone e fragoline di bosco e una spolverata di pepe rosa. Di buon corpo l’acidità e la mineralità sono bilanciate da un alcol ben presente. Chiude lungo su toni ancora floreali.

Maremma Poggio Pinzo 2019

Il Poggio Pinzo è il risultato di un progetto sulle potenzialità del ciliegiolo e dei suoli vulcanici. Questa selezione di uve prende il nome da un micro-terroir caratterizzato dalla presenza di scorie dell’eruzione del vulcano Poggio Pinzo, vicino al lago di Bolsena. La vinificazione avviene in giare di terracotta della capacità di circa 7 – 8 ettolitri, dove fermentano le uve diraspate. A fermentazione ultimata, le giare vengono colmate e chiuse e il vino rimane a macerare con le bucce per circa 12 mesi. Quindi viene pressato, si lascia riposare in acciaio per poi essere imbottigliato.

Di Colore rosso rubino vivace, all’olfatto avvertiamo note fruttate di visciole, cassis, ciliegie sotto spirito, poi mirto e note più complesse speziate di pepe e minerali di pietra focaia. Al gusto è intenso e persistente, con una chiara sapidità di matrice vulcanica, tannini setosi e una buona freschezza. Chiude lungo su toni balsamici.

Maremma San Lorenzo 2017

La miglior selezione di uve ciliegiolo provenienti da un vigneto di circa 60 anni, condotto dal 1994 con i metodi dell’agricoltura biologica. Di circa due ettari, il vigneto si trova di fronte a Pitigliano su terreno subacido tufaceo di medio impasto e conta circa 4800 vecchie piante allevate a guyot. I normali espianti vengono integrati con giovani piante allevate in vivaio con il ciliegiolo della stessa vigna. La raccolta e la selezione delle uve sono manuali, la fermentazione avviene senza aggiunta di lieviti e la macerazione dura da 15 a 20 giorni. Il vino matura per 18-30 mesi in botti di rovere di Slavonia da 10 ettolitri e affina ancora per 12 mesi in bottiglia nelle fresche cantine sotterranee.

Si presenta con un rubino profondo, denotando già e al calice un estratto importante. Al naso avvertiamo la ciliegia matura e il ribes nero, quindi note speziate di pepe e chiodi di garofano, poi tabacco e legnetto di liquirizia nel finale. In bocca è elegante, bilanciato tra acidità, tannini magistralmente curati e una bella morbidezza. Chiude lungo su note ancora di chiodi di garofano.

È stata la degna chiusura di una bella degustazione di vini artigianali ed un’esperienza unica in un posto magico, con una cantina scavata nel tufo, in mezzo ai vigneti tra borghi medioevali.

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Visite in cantina

Amante del vino, Sommelier AIS ed esperto di marketing

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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