Verdicchio dei Castelli di Jesi San Michele, grande cru Vallerosa Bonci

Il racconto odierno ci porta nelle Marche, nella zona dei Castelli di Jesi, sulle colline del Comune di Cupramontana. Qui, da quattro generazioni opera l’Azienda Agricola Vallerosa Bonci, punto di riferimento nella produzione del Verdicchio, oggi guidata dalle sorelle Valentina e Fabiola.

L’azienda si estende per 26 ettari vitati in fase di conversione biologica. Ai fianchi della riva destra del fiume Esino, nella zona storica dei Castelli di Jesi, a 400 metri di altitudine si trova Contrada San Michele e l’omonimo vigneto, cru aziendale, dalle cui uve Verdicchio si produce il vino oggetto del nostro racconto.

Il vigneto ha un’età di circa cinquant’anni, con una densità d’impianto di 2500-3000 ceppi per ettaro. L’estensione complessiva non supera i 4 ettari con esposizione sud, mentre la composizione calcareo-gessosa del terreno è ideale per la coltivazione del Verdicchio. Come anche l’esposizione del vigneto e il contrasto termico che si registra tra notte e giorno e tra le stagioni, ecosistema ideale che favorisce la stabilità dei precursori aromatici che ritroviamo poi nell’eleganza e nella finezza del vino.

Abbiamo assaggiato il San Michele del 2021, frutto di un’annata nel complesso calda ma abbastanza regolare. All’inverno non troppo freddo ma con normale piovosità, è seguita una leggera gelata ad inizio aprile, fortunatamente prima della fase del germogliamento. Durante la primavera è stata registrata una forte ondata di caldo con piogge scarse. L’invaiatura precoce ha fatto presagire una vendemmia anticipata, necessaria per mantenere un’adeguata acidità e livelli zuccherini non troppo alti. Durante la vendemmia, nella prima decade di settembre, ci sono state alcune piogge che hanno mitigato un po’ il torrido caldo estivo, consentendo di riequilibrare la concentrazione di zuccheri e l’acidità complessiva dell’uva.

Passiamo ora alla degustazione del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 2021.

Il vino si presenta nel bicchiere con un bel colore giallo paglierino che vira al dorato. Al naso avvertiamo raffinati sentori di fiori gialli come acacia e mimosa, quindi fruttati di pesca e agrumi, frutta esotica come ananas, note minerali, tenui sensazioni di nocciola e accenni di anice ed erbe aromatiche. Il sorso è caldo e saporito, elegante e avvolgente, con un grande equilibrio tra morbidezza, acidità e sapidità. Vino persistente e di struttura, chiude lungo con retrolfatto ammandorlato.

A noi il vino è piaciuto molto e lo abbiamo degustato accostandolo a un piatto di pesce spada con patate al forno. La preparazione ha esaltato la freschezza del vino, oltre che la complessità gusto-olfattiva.

pubblicato in:
Vino Bianco

Prima per me il vino era bianco o rosso, ogni tanto una via di mezzo, talvolta aveva le bollicine o era dolce. Poi ho iniziato questo viaggio nella conoscenza del vino, delle sue moltissime espressioni e tipologie, degli innumerevoli territori vocati. Ho incontrato personaggi meravigliosi, con cui è sempre possibile stupirsi, talvolta emozionarsi, degustando un calice di vino.

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