All’evento Life of Wine, mi sono imbattuto nella verticale di Montefalco Rosso Riserva dell’Azienda Vinicola Antonelli San Marco, tra le più antiche del comprensorio del Sagrantino umbro. Di proprietà della famiglia fin dal 1881, la Antonelli San Marco è oggi diretta da Filippo Antonelli con cui ho degustato i vini.
L’Azienda, che conta 190 ettari al centro della zona di Montefalco, dal 2009 ha completato la conversione integrale all’agricoltura biologica certificata per tutte le produzioni. Si estende su un terreno collinare a circa 350 metri s.l.m. circondato da boschi, dal microclima ideale per la vite e l’olivo. Dieci ettari sono condotti ad oliveto, mentre circa cinquanta sono destinati al vigneto, disposti sulla sommità delle colline e orientati prevalentemente a sud e ad ovest. I terreni, di origini geologiche diverse, sono generalmente argillosi e ricchi di calcare. Alcuni sono più profondi, altri si caratterizzano per una maggiore presenza di scheletro. Vengono coltivate prevalentemente varietà autoctone: Grechetto, Trebbiano Spoletino per i bianchi; Sangiovese, Montepulciano e Sagrantino per i rossi.
Sotto l’antica casa padronale si trova la cantina completamente interrata e progettata per la vinificazione a caduta, per gravità senza l’uso di pompe. È una struttura dal basso impatto ambientale con un risparmio di risorse energetiche e si vinificano solo uve biologiche di propria produzione. Il controllo è garantito in ogni fase del processo produttivo, dall’ingresso del pigiato nei fermentini alle prime delicate fasi di fermentazione e macerazione, al successivo scarico delle vinacce.
Passiamo ora al vino. L’Azienda, nota per i Sagrantino molto apprezzati, produce anche il Montefalco Rosso, vino troppo spesso sottovalutato ed erroneamente considerato cadetto rispetto al Sagrantino di Montefalco. Il Montefalco Rosso, infatti, non è una denominazione di ricasco del Sagrantino come il Langhe Nebbiolo per il Barolo o il Barbaresco o il Rosso di Montalcino per il Brunello. Il Montefalco Rosso è una denominazione autonoma, con un disciplinare che prevede l’impiego di più uve. Il Sagrantino è sì presente, conferisce di sicuro al vino l’impronta territoriale. Ma nell’uvaggio è parte minoritaria rispetto al Sangiovese, sempre prevalente. Il Montefalco Rosso Riserva osserva un periodo di affinamento più lungo.
Nel racconto della degustazione, forniamo qualche riferimento sull’andamento climatico di ogni annata. In generale, la vendemmia è manuale, inizia a settembre con il Sangiovese e termina ad ottobre con il Sagrantino. Dopo l’assemblaggio il vino matura per almeno 18 mesi in botti di rovere soprattutto grandi e successivamente in vasche di cemento. Quindi riposa in bottiglia per almeno 6 mesi.
Montefalco Rosso Riserva 2018 (Sangiovese 80%, Sagrantino 20%)
Il 2018 è stato caratterizzato da una tarda primavera piovosa e fresca, che ha richiesto un intenso lavoro in vigna. Estate nella norma con temperature non particolarmente elevate. Vendemmia regolare con uve perfettamente mature e sane.
Nel calice il vino è di color rosso rubino intenso. Al naso esprime aromi complessi di frutti a bacca rossa, amarena matura, morbidi cenni di spezie orientali, sfumature di sottobosco e sottili sensazioni fumé. Al sorso ha una buona struttura con tannini fitti e ancora da domare. Finale persistente su toni ancora fruttati e speziati.
Montefalco Rosso Riserva 2015 (Sangiovese 70%, Montepulciano 15%, Sagrantino 15%)
Annata molto equilibrata durante tutta la stagione produttiva: inverno piovoso, primavera soleggiata e ventilata, estate asciutta e calda. Qualche pioggia tra settembre e ottobre ha favorito una maturazione ottimale delle uve. Vendemmia tardiva.
Di colore Rosso rubino scuro, il vino esprime un interessante profilo olfattivo, caratterizzato da delicate note di prugna e ciliegia, spezie e sentori leggermente balsamici. In bocca è elegante, secco, caldo, con freschezza e tannini ben presenti. Avvolgente persistenza con ritorni di spezie dolci.
Montefalco Rosso Riserva 2008 (Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 15%, Sagrantino 15%)
Inverno mite e asciutto e primavera fresca e piovosa con un rallentamento della crescita vegetativa. Estate asciutta con temperature nella norma e ritardo nella maturazione delle uve. Autunno fresco, con bassa umidità. Perfetto lo stato sanitario delle uve, vendemmia del Sagrantino nella seconda metà di ottobre.
Granato compatto con bagliori ancora rubino alla vista, nel calice percepiamo sentori di tabacco, scatola di sigari, spezie scure, legno di liquirizia e prugna in confettura. Saporito al sorso, l’importante tannino levigato dal tempo e la freschezza ancora ben presente, sono bilanciati da una buona morbidezza. Persistente con ritorni di eucalipto.
Montefalco Rosso Riserva 2005 (Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 15%, Sagrantino 15%)
Annata caratterizzata da bassa produzione di uva, effetto del freddo a marzo e di una estate inizialmente torrida e successivamente fresca e piovosa. La maturazione delle uve è risultata molto rallentata e la vendemmia tardiva, in special modo del Sagrantino.
Di colore granato fitto, senza cedimenti. Al naso percepiamo note speziate e di tabacco, alloro, ricordi fruttati di confettura di mirtilli e di violetta appassita su un finale balsamico. In bocca il vino è in perfetto equilibrio, sapido, ancora venato da una bella freschezza ben bilanciata dall’alcol e dalla grande morbidezza glicerica, con tannini ormai setosi. Elegante, chiude lungo su un retrolfatto mentolato.
Esperienza sensoriale molto interessante, una vera “macchina del tempo” di un vino importante del comprensorio di Montefalco. Che non è soltanto Sagrantino.